Qualcosa che passa, 1993

Collage su carta, cm 47×67,4

In basso a destra: N. Canuti

Nado CANUTI

Bettolle di Siena 1929.

A quattordici anni, nel 1943, Nado Canuti si trova coinvolto, uno dei tanti ragazzi, nella lotta per la Resistenza. La sua maturazione è quindi precocemente temprata alle esperienze sconvolgenti della guerra e la sua formazione di autodidatta autenticata in un clima di tragici e radicali mutamenti. La mutilazione della mano non gli impedisce di intraprendere l’attività artistica: incoraggiato da amici quali Mino Maccari, Fortunato Bellonzi, Pier Carlo Santini, nel 1950 esordisce come pittore.

Dal 1966 si dedica prevalentemente alla scultura e alla grafica. Negli anni Sessanta con i bassorilievi della Cappella Fazzi a Piombino il suo linguaggio plastico si definisce in una stilizzazione di ascendenza espressionista. Vi sono evoluzioni nella sua poetica dovute alla necessità di far corrispondere in profondo la cognizione del dolore dell’esistenza e il linguaggio astratto. Le sue forme sono concepite organicamente e dettate da forze primitive dove mito e vitalità naturale si uniscono simbolicamente.

Canuti ricerca il rigore della linea, l’essenzialità, la compattezza liscia e geometrica delle forme che si assemblano per incastri, scomponibili e mutabili come in una meccanica sul punto di trasformarsi in cosa viva. Di tempo in tempo non si vieta di modellare ritratti, figure, composizioni sacre: i suoi addobbi scultorei per la Cappella delle Stimmate alla Verna, il tabernacolo, il leggio, i candelabri, la lampada del Santissimo, l’ambone, realizzati dal 1987 al 1989, restano un esempio di come un artista d’oggi possa competere validamente con gli artefici del passato.

Canuti è presente alla IX e alla X Quadriennale d’arte di Roma, 1965 e 1972. Dal 1959 a oggi ha tenuto numerose personali e collettive in tutta Europa, nei Paesi Arabi, negli Stati Uniti, in America Latina, Giappone e Kenya. Sue opere figurano in musei italiani e stranieri, in diverse collezioni pubbliche e private, in Chiese e Santuari. Ha realizzato opere monumentali in Italia e all’estero alcune dedicate alla Resistenza e ai Caduti. Sul suo lavoro sono state elaborate tesi e opere monografiche di considerevole interesse. È stato seguito particolarmente dai critici Mario De Micheli, Elvio Natali, Franco Russoli, Giorgio Di Genova, Luciano Caramel.