Carboncino, tempera, acquaforte su carta, cm 69,7×50,1
In basso a sinistra: La casa dell’utopia / Cigna 87
Al verso: Giorgio Cigna / La casa dell’Utopia
Giorgio CIGNA
Biella, 1939
Dalla città nativa, Biella, si trasferisce a Milano dal 1957 al 1970. Qui si diploma all’Accademia di Brera, nel 1963, studiando affresco con Achille Funi e Gianfilippo Usellini, scultura con Marino Marini, storia dell’arte con Guido Ballo.
Tiene la prima personale a Roma, 1963; molte ne seguono tra le quali: Galleria Artecentro, Milano, 1968; Galleria Mercurio, Biella, 1969; Galleria Arti Visive, Matera, 1973; Palais de l’Europe, Mentone, 1975; Palazzo Cisterna, Biella, 1976; Biblioteca Civica, Sciacca, 1976; ex chiesa Mater Misericordiae, Casale Monferrato, 1977; Gallery Vivant, Tokyo, 1977; Galleria Berruet, Logroño (Spagna), 1985.
Altre antologiche ha tenuto in Spagna, 1986: Museo Municipal de Bellas Artes, Santander; Pinacoteca Municipal, Tossa de Mar, Girona; Fontana d’Or, Caixa d’Estalvis Provincial, Girona.
Mostre in Norvegia, in Francia, Belgio, Svizzera; alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, 1992; al Palazzo della Regione, Biella, 1993-94.
Oltre al lavoro di pittore è reputata la sua attività di scultore e di incisore documentata in manifestazioni di prestigio in tutto il mondo.
Nel collage polimaterico, dove convergono espressività informali ed energie figurative, una forte attrazione per gli elementi della natura prelevati come sinonimi di realtà (sassi, conchiglie, bastoncelli, filamenti) o composti con significati allusivi (sassi come teste, sabbie come impronte, conchiglie come germinazioni e reperti vitali), Cigna ha fatto risaltare un proprio carattere autonomo.
I motivi apparentemente occasionali sono guidati e collegati con una teoria di segni, di raffigurazioni, di giustapposizioni: la sua pagina è resa così ricca emotivamente; sono recuperati i dati decorativi, il fascino dei materiali – che talvolta chiama frammenti e avanzi – certi stimoli che sembrano provenire dal mondo dell’infanzia, tensioni arcaiche e primordiali che provocano formalmente un continuo alternarsi di richiami fra passato e futuro. Fra i critici che si sono occupati di Cigna: Marussi, Coccia, Salati, Paolo Levi, Marisa Vescovo, Mateo Berrueta, Gloria Bosch y Mir, Martina Corgnati.